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Gay Help Line 800.713.713, il numero verde antiomofobia del Comune di Roma sostenuto anche dalla Provincia di Roma e dalla Regione Lazio compie 3 anni. Migliaia di contatti ogni mese, consulenze mediche, legali e psicologiche gratuite hanno fatto di Gay Help Line un ‘caso d’eccellenza in Europa’, scelto a dicembre da più di trenta associazioni gay.
Domani, sabato 21 marzo alle ore 17.30 si terrà, nell’ambito del progetto Calliope contro la discriminazione rivolta alle donne lesbiche, un seminario aperto a tutti con ‘Sos homophobie’, il numero verde antidiscriminazione di Parigi presso la sede di Arcigay Roma, in via Zabaglia 14 (Testaccio). Ospite dell’appuntamento il presidente dell’associazione francese Jacques Lizé.
“Sarà un momento di riflessione e di confronto importantissimo – afferma Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma e responsabile di Gay Help Line – Sos homophobie da 15 anni a Parigi si confronta con le nostre tematiche, offre servizi come i nostri e gestisce casi di discriminazione anche gravi: a scuola, nel mondo del lavoro e i più vasti fenomeni di omofobia sociale o aggressioni verbali e fisiche. Vogliamo mettere insieme – continua – le nostre esperienze per migliorare e per costruire una rete di sostegno verso le persone lesbiche, gay e trans che possa coinvolgere anche altri paesi. Le principali differenze che sono emerse da un confronto tra di noi sono dovute al fatto che in Italia la lotta all’omofobia viene effettuata solo dalle associazioni, mentre in Francia ci sono molte strutture pubbliche che hanno sportelli o iniziative dedicate alla lotta all’omofobia che vanno a rafforzare il lavoro delle associazioni, come ad esempio sportelli dedicati nelle scuole, che come abbiamo rilevato in questo periodo sono spesso i luoghi dove episodi di omofobia si consumano quotidianamente”.
“Sono molto soddisfatto perché questo incontro è la prima tappa della creazione di un network di linee antidiscriminazione in Europa e sono molto lieto che ciò avvenga con Gay Help Line, anche perché questa linea sta facendo un lavoro davvero esemplare in un contesto che mi pare difficile.” dichiara Jacques Lizé, Presidente di Sos homophobie.

Intervengono al seminario: Marina Zela, vice presidente Arcigay Roma e Federica De Simone, responsabile Progetto Calliope.

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Mi ha felicemente colpito una notizia riportata dal quotidiano di Livorno “Il Tirreno”. Un operaio, circa un mese fa, era rimasto vittima di un infortunio sul lavoro, ed era entrato in coma.
La moglie, sapendo quanto il suo uomo fosse legato alla Juventus, è andata a trovare Marcello Lippi, suo concittadino, e gli ha chiesto di aiutarla.
Il capitano della Nazionale, racconta il quotidiano, si è subito attivato e ha fatto incidere in un cd le voci dei beniamini dell’operaio, che lo incoraggiavano.
Grazie alle voci di Del Piero, Buffon e Chiellini, l’uomo è uscito dal coma e pare stia migliorando.
Ecco, quest mi sembra proprio una bella notizia.

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Notte alta, noi due e la luna piena;
io che piangevo, mentre tu ridevi.
Un dio era il tuo scherno; i miei lamenti
attimi e colombe incatenate.

Notte bassa, noi due. Cristallo e pena,
piangevi tu in profonde lontananze.
La mia angoscia era un gruppo di agonie.

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Si chiamava Maria Luisa Natera Ladron de Guevara. Fu lei l’unica storia d’amore eterosessuale di Federico Garcia Lorca (1898-1936). Lui aveva da poco raggiunto i 18 anni, lei 15.

A raccontare, per la prima volta la fidanzatina del poeta, è lo storico irlandese Ian Gibson, grande conoscitore e studioso dell’autore di “Romancero Gitano”. Gibson ha pubblicato un libro Lorca y el mundo gay, uscito in questi giorni nelle librerie spagnole, edito da Planeta.
La ragazza, benestante, viveva a Cordova e quella passione con Lorca fu parecchio contrastata dalla famiglia di lei. Testimoni del racconto sono i figli di Maria Luisa Natera che ipotizzano anche uno scambio epistolare tra i due innamorati. Lettere distrutte successivamente da Maria Luisa.
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A rendere ancor più interessante la lettura del libro di Gibson è l’omosessualità di Garcia Lorca, strumentalizzata in vita e in morte; ignorata e marginalizzata. Lo scrittore, naturalizzato spagnolo, narra con rigore storico la biografia sentimentale di Lorca che fu di Luis Bunuel, ma anche di Salvador Dalì, Emilio Aladren, il musicista Gustavo Duran. Gibson sottopone più volte la penna nel raccontare quanta difficoltà esisteva in Lorca nel vivere la propria omosessualità; le paure che aveva per se stesso e gli altri in una Spagna a regime dittatoriale. Un libro, quello di Gibson, senza pruriti, rigoroso nei suoi racconti e narrazioni storiche. Lo stesso scrittore, contribuì a localizzare la fossa comune dove il poeta e drammaturgo fu gettato, insieme ad altri, dopo essere stato fucilato dai Falangisti.

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Molte, in queste ore, i comunicati di solidarietà al gay disabile aggredito nel centro di Pordenone. Il questore, Antonio Maiorano, ha dichiarato: “Un gesto vigliacco e inqualificabile”. Al momento dell’aggressione, nessuno è intervenuto per fermare i tre aggressori. A chiamare la polizia è stato il gestore di un bar. I tre avevano pianificato la violenza contro il disabile: “Andiamo a dare una lezione ai froci del Bronx”, avevano detto.

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img4061In tempi di magra come questi, anche gli spender pubblicitari si fanno più oculati nell’investire. Sono ancora i marchi automobilistici a proporre spot di una certa qualità e di una certa spesa; mentre un’acqua minerale toglie i volti “famosi” e costosi, per affidarsi a semplici banner che pubblicizzano le qualità del prodotto. Chi ce la fa, va in prima serata a pubblicizzare i propri prodotti, ma si sente che tutto arranca. In verità, ad arrancare sono i programmi televisivi; mancano le idee, ci si affida sempre più ai reality e si confinano in tarda serata cultura e attualità come se il pubblico non desiderasse altro che trash e voyerismo sapendo che è sempre il tubo catodico a dettar legge. Non conosco “Incredibile”, non l’ho mai visto, se non c’è “Ballarò” o “Annozero” vado a vedermi qualche pellicola su Sky cinema. Il programma di RaiUno è stato cancellato dai palinsesti Rai perché raccoglie briciole di audience e quindi, anche gli investitori pubblicitari scappano. Pare costasse parecchio! Così, Del Noce, che seppur bravo deve sempre rendere conto all’azienda delle “incredibili” scelte che si fanno sull’amiraglia di stato, ha mandato tutti a casa e al posto loro farà tornare il commissario Rex. Meglio affidarsi a un cane, si sarà detto, che affidarsi a uno show da cani. C’è un’altra scelta che farà felici molti, costretti il lunedì a fare zapping tra il 2 Rai e Canale 5. X Factor si sposta il martedì e credo conquisterà nuovi teleutenti. Finisce la guerra col GF e si arricchisce di una puntata supplementare. Speriamo che le “liti” tra i giurati si facciano più brevi a favore dei concorrenti. Antonio Dipollina, scrive sulle pagine di Repubblica che “siamo alla tv senza ambizioni”. Sono pienamente d’accordo! La televisione nn ha più voglia o non riesce di suo a risollevare la propria dignità di servizio d’informazione e di intrattenimento. Ci si affida sempre più all’improvvisazione, allo sfinimento del nulla e del melenso. Ora, Cult, una televisione del bouquette Sky, s’è buttata anch’essa sul reality. Quattro protagoniste racconteranno e ci faranno vivere il loro cambio di sesso, riprese all’ospedale San Camillo di Roma. Le telecamere le seguiranno per tutto il loro percorso e forse ci faranno capire un tema complesso e poco discusso come il transessualismo.

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