Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Vaticano’

attitude_178«Il Papa e il Vaticano dimostrano nei confronti dell’omosessualità un atteggiamento trincerato che si rivela molto meno tollerante dell’opinione diffusa fra la maggioranza dei cattolici». Non sono passati due anni dalla sua conversione al cattolicesimo e oggi, Tony Blair, in una intervista esclusiva alla rivista omosessuale Attitude critica le posizioni clericali cattoliche sugli omosessuali.
Per essere ancora più preciso, l’ex inquilino di Dowing Street, suggerisce alla Chiesa di Roma di riformarsi come lui fece con il Labour Party, cambiando posizioni sui diritti degli omosessuali.
E’ stato Johann Hari, opinionista di Indipendente, a realizzare l’intervista che è stata ripresa da tutta la stampa britannica.
Incalzato sul fatto che il Vaticano combatte l’omosessualità, Blair risponde: «Probabilmente fra le gerarchie cattoliche esiste il timore che se cedono sul fronte omosessualità, perché il sentire comune e i comportamenti si sono evoluti nel tempo, dove si potrebbe andare a finire?».
Va anche ricordato che Tony Blair, ai tempi in cui era Primo Ministro, si spese parecchio per promuovere i diritti omosessuali che contemplavano anche i diritti per le uioni civili.
Ora si attende una risposta dal Vaticano su una intervista che non sarà affatto piaciuta ai porporati d’Oltretevere.

Read Full Post »

default2Nuove aperture e una rinnovata capacità di dialogo e comprensione. Il nuovo vescovo bolzanino, Karl Golser, pare essere lontano anni luce dalle posizioni della gerarchia ecclesiastica di Roma, anche sui temi dell’omoaffettività delle coppie di fatto.
In una intervista rilasciata al mensile “Jesus” si è espresso per una apertura alla tutela delle coppie di fatto omosessuali: «L’amore – ha detto l’alto prelato – ha diverse forme. Il problema è se questo amore debba trovare un’espressione sessuale. C’è differenza tra l’unione maschio-femmina, da cui nascono dei figli, e il rapporto tra persone di uno stesso sesso».
Plaude alle parole del vescovo, il vice presidente del Consiglio provinciale, dicendosi d’accordo sul fatto che le coppie omoaffettive rappresentino anch’esse una cellula familiare pur non legata dal vincolo matrimoniale, ma di pari intensità affettiva.
Monsignor Golser ha anche affrontato il tema del biotestamento. Nell’intervista a “Jesus” afferma che le responsabilità decisionali, in caso di situazioni controverse ed estreme, devono essere attribuite alla decisione del medico, in comunicazione con i familiari, piuttosto che all’autorità decisa da norma giuridica,

Read Full Post »

img421Ci sono notizie che non vengono date; che restano nel silenzio e nel mistero. Ci sono donne e uomini omosessuali perseguitati quotidianamente, in molti stati, a causa della loro condizione sessuale. Vengono presi, incarcerati, torturati, messi a morte. Per questi stati l’omosessualità è ludibrio, vergogna, onta da cancellare con la peggiore violenza. Vengono allora impiccati o messi dentro un sacco di iuta e gettati da un dirupo; o lapidati.
A tutto questo, la Francia, con mandato europeo, ha chiesto all’Onu di decriminalizzare il reato di omosessualità nel mondo. Si sono opposti i paesi integralisti, ovvero quelli che macellano gli omosessuali, e il Vaticano che di quella decriminalizzazione non voleva saperne perché a rischio apertura di altri diritti come quelle sulle coppie di fatto.
Ieri, il Presidente Obama, dopo la decisione per la ricerca sulle cellule staminali, ha dichiarato che l’America firmerà il testo varato dall’Assemblea Generale lo scorso dicembre.Una decisione non tanto politica ma che si permea anche di valore, visto che il presidente Usa è, dalla sua nomina, convinto assertore sulla difesa dei diritti umani, legati anche alla condizione sessuale.
«La scelta di leadership compiuta da Obama è una poderosa inversione di marcia rispetto alle posizioni di Bush sui diritti di gay, lesbiche, bisessuali e trasgender», ha detto Mark Bromley, presidente del Council for Global Equality.
img4221Ha csndalizzato molti la vignetta pubblicata su “Le Monde” dove si vede Gesù su una barca che distribuisce preservativi agli africani, mentre Benedetto XVI è accasciato e un prete accanto dice: “Mai esistito l’aids”.
Il fatto è che le dichiarazioni in volo verso l’Africa del papa, hanno sollevato critiche in Europa, particolarmente da Francia, Germania e Spagna, quest’ultima dettasi pronta a inviare un milione di preservativi in terra africana.
Ora, di fronte alle nuove, o vecchie regole clericali per evitare il contagio aids, qualcuno può essere d’accordo, altri, guardando a quello che avviene in Africa, magari no.
«La pietà dei credenti viene stirata tormentosamente. Muore Piergiorgio Welby e gli viene rifiutato il funerale. Quando si tratta di Eluana, i rifiutatori proclamano che “Welby era un’altra cosa”. (…) Coscienze in deposito, oggetti smarriti. Può darsi che la gerarchia cattolica italiana sia contenta così: contenta di galvanizzare le sue schiere militanti, e di mettere a tacere i suoi fedeli dissidenti e amareggiati», scrive oggi su Repubblica Adriano Sofri.
Noi, da credenti o non credenti, speriamo che per la chiesa e la gerarchia cattolica italiana, non sia così. Ma qualche dubbio, resta.

Read Full Post »

camerun_itPapa Ratzinger è in volo verso l’Africa sub-sahariana per una visita che lo porterà in Camerun e Angola. Durante il tragitto aereo, parlando con la stampa al seguito, ha detto: «L’aids è una tragedia che non può essere risolta con il denaro, né attraverso la distribuzione di preservativi che persino aggravano il problema».
L’Africa, come sanno in tanti, è uno dei posti al mondo più colpita dal terribile virus, non soltanto a causa di una povertà estrema che non aiuta le popolazioni ma anche per il semplice motivo che le industrie farmaceutiche non hanno alcun interesse a dare gratuitamente i medicinali necessari in ina terra che non darebbe loro alcun profitto. Spesso le donne, trattate più da schiave che da esseri umani, sono maltrattate e violentate, anche in famiglia; subiscono violenze indicibili e disumane. La povertà fa poi il resto, occupandosi di loro e dei bambini malnutriti e ammalati.
Lo scorso anno, una sessantina circa di gruppi cattolici scrisse una lettera aperta a Benedetto XVI, chiedendogli di annullare l’opposizione che il Vaticano predicava contro i contraccettivi, perché quel divieto esponeva milioni di persone al rischio di contrarre l’aids.
Oggi la risposta papale e la replica dell’Arcigay: “siamo al paradosso, siamo alla complicità consapevole di contribuire al diffondersi di una patologia che proprio in Africa, in assenza di risorse adeguate, di politiche di prevenzione, e di distribuzione dei farmaci che impediscano lo sviluppo aggressivo della malattia, assume i tratti di vera e propria pandemia”.

Read Full Post »

img402Accetta pienamente la sua omosessualità?

«Il cattolicesimo è ancora largamente diffuso e praticato in Italia. Non è qualcosa che grido dai tetti». (Roberto Bolle in una intervista a Numéro Homme)


Milady, signora mia, si spettegola troppo sui ballerini classici; sulla loro presunta omosessualità. Si finisce magari come quel tredicenne torinese che a causa del suo infinito amore per la danza sulle punte, viene pestato a sangue dai suoi compagni perché “danza come una femmina”. Qui, milady, signora mia, siamo  in Italia, confinanti o  sempre più spesso  sconfinanti con il Vaticano che di omosessualità  non ne vuol sentire parlare, anche se poi un suo dipendente si fa trovare dalla polizia in macchina con un transessuale, e quante altre ce ne sarebbero da raccontare e dire. Ha sentito quanto rumore assordante, milady, signora mia, anche su quello splendido ballerino, étoile della Scala? Omosessuale lui?, ma mi faccia il piacere: così bello, un adone; ecco, guardi, la copertina di Vanity Fair.

L’adone, lo splendido ballerino, di questa ipotetica chiacchiera tra nobildonne, è il piemontese Roberto Bolle. Si è visto “chiacchierato” dalla stampa italiana dopo una intervista rilasciata noblesse oblige ad un giornalista francese che gli poneva domande sul suo presunto amore per le persone dello stesso sesso. Bolle replicava che in Italia, causa Vaticano, certi argomenti sono tabù. Insomma, quel che i due si son detti è facile recuperarlo. Qualche mese dopo, il “distratto” Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, viene a sapere e detta alle agenzie l’omosessualità di Bolle. Il ballerino si trova in Svizzera e risponde che il suo maldestro francese ha fatto dire quel che lui non è; invoca la privacy e, insomma, non è omosessuale.

Oggi, a distanza di qualche altro mese, Vanity fair gli dedica una copertina mozzafiato, un lussureggiante servizio interno imbastito sulla storia di Romeo e Giulietta, e pubblica una lettera aperta di Roberto Bolle. Mi son chiesto:”qual è il problema?  Che sia gay o no, il suo nome manda in visibilio ed estasi ragazzi, ragazze, mamme, nonne, nonni. Anche Nurejev era gay ma non per questo le sue platee ne hanno sofferto”.

Pare che da questa storia, l’eccelso Bolle, abbia avuto bisogno di un bel lavaggio in una patinatissima rivista come la gloriosa Vanity. Peccato, però, che dica cose comprensibili solo perché sappiamo in quale dorato mondo vivano personaggi della sua fama e gloria. Dice di essersi sentito violentato, e spero non da Arcigay che, come le altre organizzazioni glbt che operano in Italia, si fanno un mazzo quadro per aiutare le persone a vivere dignitosamente la propria condizione sessuale. Bolle non conosce, speriamo, il fatto che il “coming out” fatto da una persona celebre aiuta veramente molte altre persone a costruirsi un coraggio che non possiedono, che non sanno neppure inventarselo. Ragazzi di periferia, di paesini o anche di città, dove gli epiteti omofobi entrano nelle scuole, negli uffici, nelle piazze, in famiglia, tra gli amici. E tutti a difendere una cosa indifendibile: la propria, onesta sessualità che in natura è coniugata in mille e mille nomi e soddisfazioni.

Bolle eterosessuale? Bene! Bolle gay? Bene!  Bolle tutto anima e niente passioni? Bene! Ma non si faccia la predica ad Arcigay o ad altre organizzazioni glbt; non solamente non servono ma sono anche nocive se non si guarda un po’ più lontano dai velluti delle poltrone in platea o dagli stucchi dorati di un qualche Taj Mahal dove si sosta. Il suo Paese, caro Bolle, le ha regalato e continuerà a regalarle gioie e soddisfazioni indimenticabili; successi e onori. E non solamente il suo e mio Paese. Voli più in alto, lei che può, delle tante discriminazioni di cui è pregnata la nostra società e balli anche per noi.

Read Full Post »

img393Lo Corte d’Appello degli Stati Uniti con sede a Portland ha sentenziato che i cittadini molestati sessualmente dai preti, possono chiedere conto, in sede civile, dei danni subiti proprio al Vaticano. La decisione motivata di quasi 60 pagine, argomenta in modo chiaro come l’autore di alcuni abusi, agiva e lavorava come dipendente del Vaticano.

A chiedere lumi alla Corte è stato un avvocato che difende John V. Doe in una causa contro un sacerdote. morto nel 1992, autore di molte violenze sessuali verso i minori e che aveva abusato anche di John. Secondo Jeff Lena che difende il Vaticano “I giudici hanno riconosciuto che dentro la chiesa cattolica esistano diverse e separate entità legali”.

Di pedofilia e preti se ne discute oramai da molti anni. Per un periodo ha coinvolto per la maggior parte le diocesi americane, ma ci sono stati casi anche in Europa e in Italia. E per un lungo periodo, la chiesa ha preferito tacere; pagare e tacere, fino a far fallire davanti al tribunale amministrativo alcune diocesi, finite sul lastrico per i pesanti pagamenti in favore delle vittime. La questione è poi diventata parecchio pesante e urgente, tanto che papa Wojtyla riunì a Roma gli alti prelati delle diocesi in questione e fece loro una bella lavata di capo. Lo scorso gennaio il Vaticano fece una indagine sui seminari statunitensi, coordinata dalla Congregazione vaticana per l’educazione cattolica, a proposito dei comportamenti omosessuali del clero. L’inchiesta, secondo il Vaticano, ha dimostrato che nei seminari statunitensi prevale un maggior senso di stabilità. La nomina di rettori saggi e fedeli alla Chiesa ha comportato un graduale miglioramento.

Qualcosa, insomma dovevano fare, visto che gli abusi sono costati alla Chiesa più di due miliardi di dollari in rimborsi e spese legali. Ora, però questo nuovo capitolo aperto dalla Corte federale d’Appello di Portland, rimette in campo nuove responsabilità vaticane che potrebbero influire non solo sulle condanne ai singoli preti ma anche sui risarcimenti che ricadrebbero sulla diocesi.

Read Full Post »

Older Posts »